MIO FIGLIO CAMMINA SULLE PUNTE!

Sei preoccupato perché tuo figlio cammina sulle punte dei piedi?

Aveva smesso di farlo e adesso ha ripreso?

Cosa vuol dire e come posso aiutarlo?

Se stai leggendo questo articolo probabilmente ti sei posta almeno una di queste domande.

Sono una fisioterapista specialista in terapia manuale e riabilitazione pediatrica, seguimi nella lettura dell’articolo e ti spiegherò le cose più importanti da sapere su questo atteggiamento.

Camminare sulle punte dei piedi, detto anche “Toe Walking” è abbastanza comune nei bambini tra il primo e il terzo anno di età, cioè quando stanno imparando a camminare e a perfezionare la loro tecnica.

Questo modo di camminare è tipico all’inizio della deambulazione anche se non presente in tutti i bambini.

QUAL È LA CAUSA

Ha origini differenti.

Può essere una condizione idiopatica e cioè non correlata ad una patologia. In questo caso il bambino utilizza questa strategia per spostare il baricentro in avanti, rendere il cammino più semplice e meno faticoso.

Altre volte può farlo per una condizione di ipo o iper sensibilità tattile. Non gli piace la sensazione che percepisce sotto la pianta del piede e alza il tallone per diminuire la superficie d’ appoggio, per lo stesso motivo non ama camminare sulla sabbia o sull’erba e non gli piace saltare e dondolare.

Questo atteggiamento dovrebbe risolversi in pochi mesi, quando l’aumento del peso lo costringe ad utilizzare tutta la pianta del piede. Un fattore contribuente nella predisposizione a camminare sulle punte è l’utilizzo del girello, [ no al girello].

Il Toe Walking idiopatico è spesso famigliare, ma è comunque importante verificare che la situazione si normalizzi entro il terzo anno di vita e deve essere monitorata nel tempo.

Frequentemente accade che oltre i tre anni di età si presenti, seppur meno evidente, questo atteggiamento. Lo puoi riscontrare non solo in bambini a cui precedentemente è stata fatta diagnosi di toe walking idiopatico, ma anche in chi non ha mai avuto un atteggiamento simile.

Questo si manifesta soprattutto in quei bambini che hanno una crescita molto veloce, quelli che in pochi mesi prendono molti centimetri in altezza.

COSA SUCCEDE AL LORO CORPO? In questa situazione le ossa subiscono una veloce crescita in lunghezza, ma altrettanto velocemente non riescono a distendersi ed elasticizzarsi le fibre muscolari, che quindi fungono da tensore. Il bambino assume questo atteggiamento perché fugge dalla fastidiosa sensazione che percepisce sui muscoli (simile a quella dello stretching).

Questa condizione rientra tra quelle idiopatiche e tende a diminuire in pochi mesi.

Come hai visto le condizioni idiopatiche spesso regrediscono spontaneamente, ma dato che possono impiegare dei mesi a farlo, è importante che qualcuno ti dia delle indicazioni pratiche su come gestirlo.

Seppur benigno questo modo di camminare protratto per mesi, crea cattive abitudini e atteggiamenti posturali che possono compromettere e penalizzare per sempre la salute dell’intero sistema muscolo-scheletrico e creare vere e proprie patologie.

Per avere però una diagnosi di Toe Walking idiopatico, è fondamentale che il pediatra abbia escluso cause più gravi, anche se meno frequenti, perché l’altra condizione che può portare il bambino a camminare in questo modo è quella patologica, e ritroviamo:

  • Retrazione del tendine d’achille
  • Malformazioni del rachide lombare che possono essere associate a tendine d’achille breve
  • Disturbi neurologici di poco rilievo
  • Patologie evolutive importanti con ritardo neuromotorio (paralisi cerebrale, autismo, distrofia muscolare)

IN TUTTE LE CONDIZIONI IDIOPATICHE TROVA INDICAZIONE LA VALUTAZIONE FISIOTERAPICA SPECIALISTICA CHE DEVE CONSIDERARE LA NECESSITÀ O MENO DI IMPRONTARE UN TRATTAMENTO PERSONALIZZATO, MENTRE NELLE CONDIZIONI PATOLOGICHE È SICURAMENTE NECESSARIO IL TRATTAMENTO E NEI CASI PIÙ GRAVI ANCHE L’ INTERVENTO CHIRURGICO.

COME SI SVOLGE IL TRATTAMENTO?

Il trattamento è assolutamente personalizzato sul bambino, è gentile e indolore, rispetta i suoi tempi e le sue esigenze e viene sempre improntato sotto forma di gioco. La tua presenza è costante e parteciperai attivamente al trattamento per coinvolgere e rassicurare tuo figlio.

Seppur personalizzato, il trattamento è strutturato e suddiviso in 4 STEP ben distinti

  1. ANAMNESI: prima di tutto raccoglierò informazioni sulla gravidanza, lo stato di salute del bambino e la sua storia fino ad oggi. Ti chiederò di descrivermi gli atteggiamenti e comportamenti che ti danno preoccupazione. A questo punto avrò le indicazioni necessarie per capire se c’è indicazione al trattamento e possiamo passare alla fase valutativa manuale
  2. VALUTAZIONE: consiste in test e tecniche manuali. Queste mi consentono di individuare eventuali disfunzioni che si evidenziano con un cambiamento del tessuto e una ridotta mobilità. Il mio intervento è esclusivamente manuale, gentile e assolutamente indolore. Rispetta le esigenze ed i tempi del bambino.

Terminata la valutazione, avendo a disposizione tutto ciò di cui ho bisogno, possiamo pianificare l’intervento terapeutico da mettere in atto.

  1. TRATTAMENTO: è assolutamente personalizzato e personalizzabile in relazione alle esigenze, età e alla presenza o meno di patologia. È un insieme di tecniche manuali, esercizi funzionali, tecniche miofasciali ed esercizi posturali. L’obiettivo del trattamento fisioterapico è ridurre le retrazioni muscolari e correggere quanto prima la postura, in modo che il bambino possa crescere in modo armonioso, senza dolore e senza carichi alterati sulle articolazioni.
  2. AUTOGESTIONE: durante i nostri incontri ti fornirò consigli ed esercizi mirati che potrai riproporre a tuo figlio. L’obiettivo del trattamento è anche renderti autonomo nel gestire l’atteggiamento o la patologia del bambino

COSA OSSERVARE

Quando cammina sulle punte il bambino assume una posizione particolare, simile a quella di una papera:

  • Sta sulle punte dei piedi
  • Tiene le gambe allargate
  • Tiene il sederino all’indietro
  • Accentua la curva lombare (la zona della schiena sopra il sederino)

Se dopo i due-tre anni il bambino rimane sulla punta dei piedi anche quando è fermo, sarà utile una visita pediatrica. Al contrario, se cammina e corre a piedi nudi poggiando sulle punte, ma quando sta fermo appoggia anche il tallone, solitamente è tutto nella norma.

La cosa più utile che puoi fare è continuare ad osservarlo nel tempo e nelle attività quotidiane, compreso il gioco.

Osservalo quando:

  • Salta sui gonfiabili
  • Cammina in salita e in discesa
  • Cammina su dei cuscini
  • Cammina sulla sabbia

In presenza di toe walking idiopatico in queste situazioni il bambino tende ad appoggiare correttamente il piede.

CONSIGLI PRATICI

Ti consiglio due giochi da poter fare con tuo figlio. Cose banali che abbiamo fatto tutti da bambini, ma che in questa situazione saranno anche funzionali e lo aiuteranno ad appoggiare correttamente il piedino.

  1. Fallo camminare con le tue ciabatte, si divertirà molto ad imitarti, ma per riuscire a spostarsi sarà costretto ad abbassare il tallone

2. Fai camminare il bambino con i piedini nudi appoggiati sopra i tuoi, anche in questa situazione per rimanere stabile dovrà appoggiare tutto il piede

Puoi iniziare a divertirti con il tuo bambino, MA RICORDA CHE QUESTI CONSIGLI NON SOSTITUISCONO IL TRATTAMENTO SPECIALISTICO

PER CONCLUDERE

    • LA VALUTAZIONE SPECIALISTICA È LA PRIMA SCELTA
    • LA DIAGNOSI E IL TRATTAMENTO PRECOCE CONSENTONO DI NON INSTAURARE PATOLOGIE
    • AFFIDA IL BAMBINO SOLO A PERSONALE SANITARIO SPECIALIZZATO
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    Articolo scritto da:

    Dott.ssa DAFNE RUBINI

    Fisioterapista

    Specialista in terapia manuale craniofacciale CRAFTA®

    Specialista in terapia manuale pediatrica

    Specialista in Rieducazione Posturale Globale SOUCHARD®

    Responsabile del progetto FISIOBIMBO

    Cofondatrice del centro CREOMED