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FISIOTERAPIA NEUROMOTORIA

Ma allora il Fisioterapista Pediatrico cosa fa?

Compito IRRINUNCIABILE del Fisioterapista è quello di saper interpretare i messaggi dei bambino.

Il bambino ha bisogno di esprimere i suoi bisogni e i suoi desideri e nella maggior parte dei casi questi bisogni sono affidati alla capacità di comprensione da parte dell’adulto.

L’incontro con un bambino non può prescindere dal tenere in considerazione le modalità relazionali e i legami affettivi della sua famiglia; quindi è centrale nel progetto riabilitativo la relazione con il bambino e la sua famiglia per favorire e strutturare un progetto riabilitativo.

Attraverso il “contatto”si crea dialogo e confidenza, instaurare un rapporto con la famiglia vuol dire conoscere l’identità del bambino.

Nel progetto riabilitativo ci sono tre identità coinvolte:

  • Operatore sanitario;
  • Famiglia;
  • Bambino;

Il nostro compito non è solo far si che il bambino sia in grado di muoversi, ma anche far si che egli gradisca di muoversi, perché la sua azione motoria sia transitiva e non destinata unicamente ad un piacere consolatorio e non conoscitivo.

Attraverso il dialogo, il GIOCO, e l’ascolto nasce una relazione tra fisioterapista e bambino che costruisce un’identità e un ruolo specifico.

Questa reciprocità si modifica mentre il bambino cresce e si modificano i bisogni.

A seconda dell’età, del quadro clinico e del momento ci sono canali preferibili ed efficaci.

“ Il bambino ha delle potenzialità ma anche un limite: né l’uno né l’altro devono prevalere.

E’ importante non fermarsi di fronte al limite ma è anche importante non accanirsi contro di esso: l’accanimento nasce proprio dalla non accettazione del limite, con il rischio di ricominciare a pensare al bambino come il “problema” e non come persona.

Bisogna lasciarsi interrogare dal limite e provare ad accoglierlo come opportunità guardare alla vita in modo diverso, consapevoli che il limite ha sempre una ricchezza più grande da rivelare”

( Bioetica della Riabilitazione 2006)