TERZA FASE: L’ESPLORAZIONE E LA MANIPOLAZIONE

In questo articolo vi illustriamo esempi di giochi più indicati per stimolare la terza fase: l’esplorazione e la manipolazione:

Per valutare l’esplorazione mediante la motricità intrinseca si possono proporre dei cubetti con diverse facce, in modo che il bambino sia spronato ad osservare l’oggetto in tutte le sue parti girandolo e rigirandolo fra le mani. 

Anche per i cubetti si possono associare diverse caratteristiche per renderli più adeguati alle diverse età. 

I cubetti da ricomporre per formare l’immagine stimolano l’esplorazione attraverso la motricità intrinseca. 

Esistono poi dei cubetti che possono essere proposti a bambini più grandi, oltre i sei anni d’età, poiché fanno parte di giochi di costruzione o di abilità, come quelli per il gioco del tris, da inserire nella pedana. 

Un altro oggetto utile per la valutazione della motricità intrinseca è la trottola. 

Per la valutazione della motricità intrinseca risulta importante anche la consistenza del materiale. 

Si possono proporre i colori a dita (in questo caso l’abbinamento di un colore per ogni dito favorisce, se possibile, la singolarizzazione delle dita) oppure materiale plastico di diverse consistenze: plastilina, didò, pasta di sale… 

Inoltre fra il materiale deformabile, utile per valutare la manipola- zione, ci sono giochi con la sabbia (proponibili dopo i 3 anni d’età). Un esempio la sabbia magica, che se immersa nell’acqua assume una consistenza più densa e modellabile. Suscita molto la curiosità dei bimbi. 

La motricità intrinseca presuppone l’utilizzo singolarizzato delle dita. Questa capacità risulta deficitaria se si utilizza la sinergia nella manipolazione, in questo caso infatti le dita si muovono assieme, all’interno della flessione o estensione globale. 

Per favorire e valutare la capacità di singolarizzare le dita si possono usare diversi oggetti. 

Un esempio possono essere i pupazzetti da inserire in ogni dito. Ce ne sono di diverso tipo. Magari per le prime fasce d’età si può associare uno stimolo sonoro. Successivamente, dopo i 3 anni, possono essere utilizzati anche per l’evoluzione verso l’attività simbolica inventando delle storie con i vari personaggi. 

Oltre all’esplorazione (motricità intrinseca e singolarizzazione delle dita) , uno spazio particolare è riservato alla capacità di cooperazione bimanuale nella manipolazione. 

In questo caso sono due le principali caratteristiche dell’oggetto che incentivano, dove è possibile, la bimanualità. 

La prima è l’ampiezza del gioco. Oggetti grandi o il cui campo di gioco è disteso facilitano l’investimento in uno spazio operativo maggiore, che implica il passaggio della linea mediana, dove questo è possibile. 

Questa capacità risulta deficitaria se si utilizza la sinergia nella manipolazione, in questo caso infatti le dita si muovono assieme, all’interno della flessione o estensione globale. Per favorire e valutare la capacità di singolarizzare le dita si possono usare diversi oggetti. 

Un esempio possono essere i pupazzetti da inserire in ogni dito. Ce ne sono di diverso tipo.Per le prime fasce d’età si può associare uno stimolo sonoro. Successivamente, dopo i 3 anni, possono essere utilizzati anche per l’evoluzione verso l’attività simbolica inventando delle storie con i vari personaggi. 

Oltre all’esplorazione (motricità intrinseca e singolarizzazione delle
dita) , uno spazio particolare è riservato alla capacità di cooperazione bimanuale nella manipolazione. 

In questo caso sono due le principali caratteristiche dell’oggetto che incentivano, dove è possibile, la bimanualità. 

La prima è l’ampiezza del gioco. Oggetti grandi o il cui campo di gioco è disteso facilitano l’investimento in uno spazio operativo maggiore, che implica il passaggio della linea mediana, dove questo è possibile 

L’altra caratteristica infatti riguarda la presenza di più parti nello stesso gioco, ad esempio una da fissare ed una da inserire, in modo che le due mani siano invitate a cooperare, anche se la mano conservata naturalmente risulterà maggiormente investita.

Per esempio anche le bolle di sapone, quando possibile, stimolano l’utilizzo di entrambi gli arti superiori: uno per fissare il tubetto con presa di forza, e il controlaterale per svitare e tenere il tappo. 

Articolo scritto da:

Dott.ssa MARTINA BROGLIA

Fisioterapista

Specialista in Terapia Manuale Metodo MAITLAND®

Specialista in Rieducazione Posturale MEZIERES®

Specialista in Linfodrenaggio Manuale Metodo Vodder e Leduc

Specialista in Fisioterapia Pediatrica

Corresponsabile del progetto Fisiobimbo

Cofondatrice del Poliambulatorio Delta Medical Center