Metatarso varo

Il metatarso varo o addotto è una deformità del piede del neonato, la causa di questa patologia è sconosciuta anche se si ritiene che dipenda dalla posizione del bambino nel grembo materno. Può essere unilaterale o bilaterale.

La diagnosi di metatarso varo fatta entro il primo mese di vita facilita il trattamento perché le strutture capsulo-legamentose del bambino sono più elastiche, è più facile praticare tecniche manuali fisioterapiche e tollera meglio l’utilizzo di fasciature o tutori per il trattamento passivo della deformità del piedino.

QUANDO RIVOLGERSI AL FISIOTERAPISTA SPECIALIZZATO?

La diagnosi di metatarso varo viene solitamente fatta al momento della nascita o nelle successive visite a pochi giorni da essa. Dopo un’attenta valutazione ortopedica si può pianificare un percorso riabilitativo.

Il trattamento dipende da diversi fattori quali l’età del bambino, il grado di deformità e lo stato di salute del piccolo.

Se la parte anteriore del piede è flessibile (90% dei casi) il metatarso varo può regredire spontaneamente, ma la regressione spontanea può svilupparsi in mesi, per questo come fisioterapista consiglio di prendere in considerazione comunque il trattamento manuale. Se iniziato precocemente questo trattamento porta alla risoluzione completa della deformità in 40-60 giorni.

L’assistenza e l’aiuto pratico del fisioterapista garantirà ai genitori di apprendere personalmente delle tecniche da effettuare quotidianamente per più volte al giorno, in modo da rendere più veloce la guarigione e velocizzare il percorso fisioterapico. Nel percorso riabilitativo di questa deformità l’ortopedico può consigliare anche l’utilizzo di tutori per lavorare sulla correzione del piede, i tutori vanno mantenuti il più possibile durante la giornata e nei momenti di rimozione (bagnetto, cambio del pannolino ecc) il genitore approfitterà per mobilizzare il piede con le tecniche insegnate dal fisioterapista.

Immagino che voi genitori leggendo questo articolo vi state chiedendo:

  • Perché se può regredire da solo devo portarlo dal fisioterapista?
  • Perché non posso utilizzare solo i tutori?

Le domande sono lecite e spero di rispondere in maniera esaudiente.

Può regredire spontaneamente ma impiega molto più tempo ed il rischio che non lo faccia completamente esiste ed in questo caso vi trovereste a dover portare comunque il vostro piccolo dal fisioterapista ma con risultati nettamente ridotti rispetto ad un intervento tempestivo.

Per quanto riguarda i tutori. Sono assolutamente utili perché ci consentono di effettuare il trattamento anche quando il bambino dorme, ma danno una correzione “passiva”. Il trattamento manuale associato al loro utilizzo ha il vantaggio di poter mobilizzare tutte le articolazioni del piede e della caviglia in modo da ristabilire non solo una correzione estetica ma anche funzionale, avere quindi la certezza che tutte le articolazioni si muovano correttamente e non ci siano resistenze muscolari che creano delle regressioni.

Per rendere più realistico quello che vi ho spiegato e per trasmettervi l’importanza del trattamento fisioterapico effettuato da un professionista e NON AL FAI DA TE vi racconto la storia di un mio paziente.

All’anamnesi la mamma di Federico oggi 12enne mi riferisce che è stato diagnosticato alla nascita un metatarso varo ad entrambe i piedi ma non era molto grave quindi come indicazione le hanno detto di massaggiare i piedini e tutto si sarebbe risolto.

Ad un successivo controllo a due mesi dalla nascita il pediatra nota che i piedini non sono migliorati quanto avrebbero dovuto e consiglia l’utilizzo dei tutori e proseguire con i massaggi. Federico porterà i tutori fino a 5 mesi, periodo nel quale tutto sembra essere risolto. Appena acquisisce una buona deambulazione i genitori iniziano a notare i piedini rivolti verso l’interno ed hanno l’impressione che inciampi da un momento all’altro.

Oggi Federico arriva da me con piedi, tibie e anche ruotate internamente, ginocchia flesse che non estende neanche quando cammina per una grossa retrazione dei muscoli di gambe e schiena ed una verticalizzazione del tratto lombare.

Federico non ha ancora dolori per fortuna ma si trova penalizzato nel praticare il suo sport, il calcio perché sente che non riesce a correre bene come vorrebbe.

Abbiamo iniziato un trattamento manuale e di rieducazione posturale globale con l’obiettivo di diminuire le retrazioni muscolari e impedire l’instaurarsi di una scoliosi.

Federico è tutt’ora in trattamento ma nonostante i miglioramenti avrà di fronte un percorso lungo che durerà anni, al fine di monitorarlo nella crescita ed impedire l’instaurarsi del dolore.

Questo è un esempio reale di quali danni può avere una diagnosi superficiale o tardiva o un trattamento incompleto.

PRIMA SI INTERVIENE E MIGLIORI SONO I RISULTATI