Il pianto e le coliche del lattante

Benvenuti mamma e papà, oggi ho deciso di scrivere questo articolo perché nella mia pratica quotidiana è un argomento molto frequente e mi trovo a dare indicazioni ai neogenitori come voi.

Nonostante quello del pianto e delle coliche è un argomento ben conosciuto da molti di voi sia per esperienza personale sia per “sentito dire”, nel momento in cui si manifestano i disagi di questa sgradevole situazione tutti i genitori hanno bisogno di essere sostenuti ed invitati a promuovere alcune strategie di accudimento.
Allora partiamo dal Pianto e cerchiamo di capire cosa poter fare.

BUONA LETTURA…

IL PIANTO è una manifestazione tipica e naturale per un bambino, è un mezzo importante che usa per comunicare con voi i suoi disagi e i suoi bisogni.
Ci sono bambini che piangono per pochi minuti e bambini che piangono per ore. Raramente il lattante, il neonato o il bambino piange per un dolore fisico, molto spesso lo fa per attirare l’attenzione su di sé.

NON È IMPORTANTE INDOVINARE OGNI VOLTA CIO’ DI CUI HA BISOGNO IL BAMBINO (FAME, CAMBIO DEL PANNOLINO, SONNO ECC), SOPRATTUTTO ALL’INIZIO DELLA VOSTRA CONOSCENZA NON SEMPRE SIETE CAPACI DI COMPRENDERLO E PROBABILMENTE NEANCHE IL BAMBINO SA QUALI SONO I PROPRI BISOGNI IN QUEL MOMENTO: IL PIANTO SIGNIFICA DIFFICOLTÀ.

QUINDI RICORDATE CHE PER IL VOSTRO BAMBINO PIANGERE VUOL DIRE ANCHE “COMUNICARE.”

COSA FARE QUINDI QUANDO IL BAMBINO PIANGE?

 

Soprattutto nelle prime settimane di vita per il bambino è ancora molto molto importante il contatto diretto con la vostra pelle, per questo in caso di pianto potete lasciare che il bambino si attacchi al seno anche se non è il momento della poppata.

Per i bambini che vengono alimentati invece con latte artificiale è altrettanto importante il contatto e potrete proporre il ciuccio, evitando però di immergerlo in miele e zucchero, altri ciucciano un pezzo di stoffa o imparano a succhiarsi il dito, non sono comportamenti che dovete ostacolare perché sono d’aiuto per un processo di consolazione.

Il pianto si riduce se il bambino viene preso in braccio o tenuto nella fascia.

Anche passeggiare, cullarlo, cantare, accarezzarlo sulla schiena in maniera ritmica o massaggiarlo con dell’olio tenendolo a pancia in giù sulle vostre ginocchia sono attività che contribuiscono a calmarlo.

È importante che il bambino sia in ambiente non troppo caldo e neanche troppo freddo, il bambino deve essere vestito con gli stessi criteri di un adulto. Frequentemente si ha l’abitudine di coprire esageratamente i bambini che iniziano a sudare e la pelle bagnata darà disagio ed ulteriore calore.

Anche se si scopre perché sgambetta nella culla non preoccupatevi, le manine fredde non sono indice di temperatura corporea bassa.

LO SO SONO MOLTE LE COSE DA PROVARE, IL MIO CONSIGLIO E’ DI PROPORGLI UNA COSA ALLA VOLTA AD OGNI EPISODIO DI PIANTO, IN MODO CHE SIA LUI CHE VOI POSSIATE REALMENTE CAPIRE SE FUNZIONA ED ABITUARVI A TALE PRATICA, PASSARE REPENTINAMENTE DA UN TENTATIVO ALL’ALTRO CREA CONFUSIONE E DISORIENTAMENTO SIA A VOI GENITORI CHE AL BAMBINO, RENDENDOLO ANCORA PIÙ INQUIETO E DI CONSEGUENZA RENDENDO VOI PIÙ FRUSTRATI E NERVOSI PER L’INSUCCESSO.

LE COLICHE DEL LATTANTE

Quando il bambino ha un pianto inconsolabile e insistente e non riesce ad ascoltare le vostre rassicurazioni, ma si agita flettendo continuamente le gambe e le braccia e irrigidendo il corpo in estensione e la pancia “dura” è legato alla cosiddetta “colica”.

Questo comportamento del bambino comincia qualche giorno dopo la nascita raggiungendo un picco verso la sesta-ottava settimana di vita per poi risolversi verso il terzo–quarto mese di vita, per un processo di “maturazione” e sviluppo della funzione intestinale.

Le crisi di pianto legate alle coliche spesso compaiono il pomeriggio o la sera e sono intervallate da momenti di quiete.

Proprio perché questo periodo fa parte di un normale sviluppo fisiologico del bambino e solo raramente le “coliche” indicano un mal di pancia o altro tipo di disturbo organico, che molto spesso le medicine che si propongono per ridurre le crisi di pianto hanno uno scarso effetto. Da studi medici effettuati in merito al pianto inconsolabile dei lattanti è emerso che meno del 5-10% dei bambini ha una patologia. Di norma tutti i bambini che soffrono di coliche sono sanissimi e forti.

Il pianto dovuto alla colica è motivo di grande frustrazione per voi genitori, vedete infrante tutte le conquiste fatte fino a questo momento e strategie che prima si sono rivelate efficaci ora sembrano non funzionare più.

Tutte le strategie che abbiamo visto precedentemente possono essere assolutamente valide e proponibili anche in caso di colica, ma una strategia spesso vincente in queste situazioni è l’utilizzo del contenimento del bambino con fasciature tipo Wrapping, e ancor meglio fasce o marsupi (ce ne sono di diversi tipi in vendita).

Io condivido molto questa forma di accudimento del neonato in maniera preventiva e certamente non convenzionale per la nostra cultura e abitudini quotidiane.

Questa pratica se messa in atto dal momento della nascita riduce sensibilmente il pianto per tutto il periodo delle coliche: è quindi un vero e proprio atto di prevenzione.

Se invece tali pratiche di accudimento vengono messe in atto quando le crisi di pianto inconsolabile sono già presenti, la loro efficacia potrebbe essere nettamente minore.

PERCHÉ QUESTA PRATICA RIDUCE IL PIANTO?

Se pensate a come vive il bambino nel grembo materno è facilmente intuibile.. il neonato è abituato al contatto, ai suoni del corpo materno, alla voce materna e ai suoi movimenti, le tanto adorate carrozzine sono esteticamente belle e assolutamente funzionali ma non sono il massimo del confort per i neonati, si sentono spiazzati, senza riferimenti e senza il calore e l’odore della mamma e tutto questo avviene in pochissime ore dal momento del parto.

 

Le prime settimane ed i primi mesi l’utilizzo delle fasce consente alla mamma (possono utilizzarla anche i papà) il contatto continuo con la possibilità di essere libera di potersi muovere e faticare meno rispetto al tenere il bambino in braccio. Molti di voi mi chiedono: “MA COSI NON SI VIZIA IL BAMBINO?”

Assolutamente no, ci saranno momenti durante la giornata in cui vi separerete e lentamente andrete diminuendo questa pratica, l’obiettivo è utilizzarla per dare inizialmente confort e naturalezza al neonato per poi abituarlo gradualmente all’autonomia.

Con l’utilizzo della carrozzina in realtà mettiamo in pratica una procedura che è l’esatto contrario, pretendiamo che si abitui a stare comodamente largo nel suo spazio per poi cercare di contenerlo quando manifesta il suo disagio con il pianto.

Con questo ovviamente non voglio assolutamente disincentivarvi dall’utilizzare la carrozzina, ma è una proposta per prendere in considerazione un’alternativa valida a vantaggio della stabilità e del confort di tutta la famiglia.

Prima di concludere però vorrei riagganciarmi a qualche paragrafo fa quando vi ho mostrato la mia comprensione sulla frustrazione che avete nel non riuscire a calmare il vostro bimbo durante una colica.

Quando siete stanchi ed il bambino piange da ore senza dare segni di miglioramento la vostra pazienza diminuisce e questo accade a chiunque, anche al miglior genitore, ma questo vostro stato d’animo vi rende meno delicati e comprensivi nei confronti del vostro piccolo e spesso quando mi mostrate cosa fate in questa situazione vedo genitori scuotere velocemente i bambini avanti e indietro con la testa del vostro bambino che si muove ripetutamente e altrettanto velocemente.

Questa pratica non offre alcun risultato perché il bambino percepisce la vostra tensione e la vostra poca disponibilità non solo dal tipo di contatto ma anche dai toni di voce che di conseguenza utilizzate e in secondo luogo crea dei danni al microcircolo cerebrale ed oculare.

QUINDI, È ASSOLUTAMENTE NORMALE PERDERE LA PAZIENZA DI FRONTE ALLA PROPRIA IMPOTENZA, LA PRIMA COSA DA FARE È TRANQUILLIZZARSI.

IN QUESTO CASO IL MIO CONSIGLIO È DI ALLONTANARVI DAL BAMBINO, FARVI AIUTARE DA QUALCUN ALTRO SE PRESENTE IN QUEL MOMENTO, E SE SIETE DA SOLI LASCIARLO NELLA CULLA.

IN QUESTA SITUAZIONE NON BISOGNA TANTO CALMARE IL BAMBINO, MA PIUTTOSTO CALMARE SE STESSI!

Il ruolo del genitore inizia con la nascita del vostro bambino e non terminerà mai, sarete per sempre genitori indipendentemente dall’età di vostro figlio, quindi non vi scoraggiate, siate pazienti, non abbiate vergogna di chiedere aiuto o consigli, questo vi renderà solo dei genitori più preparati e consapevoli.

Spero di avervi aiutato e rimango a vostra completa disposizione per qualunque chiarimento.

Ciao, alla prossima lettura…