La scelta del setting riveste un ruolo fondamentale nel trattamento riabilitativo in età evolutiva.
Ci piace descrivere il setting come “un luogo dove avvengono incontri speciali”
Il setting terapeutico è un “ambiente relazionale” caratterizzato da tre punti cardini:
- al primo posto c’è l’interazione tra bambino e terapista;
- dialogo competente, affettivo e rispettoso;
- dialogo con genitore;
E’ fondamentale strutturare l’ambiente circostante e proporre le attività al bambino attraverso il gioco, in modo da favorire una relazione, una motivazione all’azione, l’apprendimento di funzioni e l’adattamento di strategie motorie e cognitive.
All’interno del setting ci devono comunque essere delle regole:
- periodicità (ritmo e durata delle sedute);
- accoglienza e saluto;
- distacco, complicità, rivalità;
- proposte di esercizio attraverso il gioco;
- congedo;
Le caratteristiche di un buon setting terapeutico volto ad instaurare un legame e delle valide proposte sono:
- Accogliente;
- Personalizzato da terapista e bambino;
- Non legato alla medicalizzazione;
- Adeguatamente ricco di stimoli;
- Confortevole;
- Piacevole e accattivante;
Quindi il contesto, l’ambiente, il gioco, gli arredi, gli ausili e i giocattoli devono essere scelti come fonte di piacere che il bambino comprende, in cui si può riconoscere e che parlano lo stesso linguaggio.
In questo modo il bambino si sente a suo agio ed è nelle condizioni ottimali per accedere a nuove informazioni per ricercare soluzioni adattive.
Il setting di terapia dovrebbe essere in perfetta sintonia con l’ambiente di vita.
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Articolo scritto da:
Dott.ssa MARTINA BROGLIA
Fisioterapista
Specialista in Terapia Manuale Metodo MAITLAND®
Specialista in Rieducazione Posturale MEZIERES®
Specialista in Linfodrenaggio Manuale Metodo Vodder e Leduc
Specialista in Fisioterapia Pediatrica
Corresponsabile del progetto Fisiobimbo
Cofondatrice del Poliambulatorio Delta Medical Center