Diventare genitori

Ciao a tutte le Mamme e i Papà che stanno leggendo questo articolo.

Voglio premettere e spiegare perché ho deciso di scrivere una serie di articoli come questo, articoli che non trattano argomenti prettamente inerenti la fisioterapia ma che fanno parte del mio lavoro tutti i giorni.

Durante i miei anni di esperienza con i le famiglie e quindi genitori e bambini di qualunque età ho capito che non bastava essere preparati a curare e trattare solo la patologia, ma che voi genitori avete bisogno di molto altro, di spiegazioni, chiarimenti e consigli che spesso faticate a reperire da altri professionisti.

Nella mia pratica quotidiana creare un legame di fiducia con voi è fondamentale ed altrettanto lo è fornirvi strumenti per rafforzare le vostre qualità di genitori, e vi assicuro che tutti le hanno! Essere consapevoli di saperle usare vi rende più sicuri, più indipendenti e riuscirete a comprendere il vostro piccolo con più facilità, comprensione e pazienza.

Allora vediamo insieme cosa succede alla maggior parte di voi quando aspettate l’arrivo di un bambino e cosa succede quando diventate genitori.

BUONA LETTURA…

La gravidanza è un momento magico pieno di emozioni sia per voi mamme ma anche per i papà, dietro un bel pancione ed il sorriso soddisfatto di voi genitori ci sono spesso storie ed esperienze negative passate che creano inevitabilmente uno stato di preoccupazione ed ansia nella coppia.

Per noi professionisti del settore pediatrico è fondamentale conoscere la vostra storia passata, non per riaprire ferite, ma per riuscire ad essere più comprensivi sulle vostre difficoltà e timori.

Durante le quaranta settimane di gestazione siete presi dalle visite, la scelta del nome, le cose da comprare, sistemare la cameretta e poi, una volta calmate le acque vi rendete conto che non manca poi tanto alla nascita del vostro cucciolo ed è qui che iniziano i primi veri dilemmi.

Siete circondati da amici, parenti e conoscenti che vi dicono cosa dovrete fare in ogni occasione, ma questi consigli a volte non si incontrano con le vostre idee o con le informazioni che magari vi siete procurati leggendo dei libri.

TRANQUILLI! NON ESISTE UNA REGOLA UGUALE PER TUTTI! ESISTONO PERO’ DEI PROFESSIONISTI CHE DEDICANO LA LORO VITA A STUDIARE QUESTA FASE DELLA VITA ED IL RAPPORTO GENITORE/ FIGLIO CHE POSSONO AIUTARVI A TROVARE LA VOSTRA STRADA!

LA NASCITA DI UN BAMBINO è sempre un momento entusiasmante, si corona il desiderio di una coppia, ma allo stesso tempo è anche un evento sconvolgente per tutta la famiglia, in primis per il bambino (articolo parto naturale) che si ritrova in poco tempo a doversi adattare ad una condizione fino a quel momento sconosciuta e deve iniziare ad interagire con voi genitori per farsi comprendere.
Il parto non segna solo la nascita di una nuova vita, ma anche quella di una Mamma e di un Papà che per molti mesi hanno solo immaginato quel momento e quando si ritrovano tra le braccia questo cucciolo d’uomo sono travolti dalle emozioni.

L’INIZIO DI UNA RELAZIONE tra voi tre è una vera e propria sensazione di smarrimento, stupore, insomma una vera rivoluzione che vi può accompagnare per i primi giorni di accudimento o anche per le prime settimane.
Sono sentimenti comprensibili che vi portano a porvi delle domande: “capisco realmente quello che vuole il mio bambino? “mi sto comportando bene?” “come devo allattarlo?”, “gli sto facendo male?”

Una volta si viveva in famiglie allargate dove la presenza dei nonni in casa forse facilitava questo delicato passaggio, perché c’era chi fisicamente e psicologicamente sosteneva i neogenitori.

Oggi una coppia che torna a casa con il proprio bambino ha molte informazioni prese dal corso preparto, dal personale sanitario nel corso della degenza post parto, internet, libri, amici, ma tutto arriva come una valanga di informazioni affollate e disordinate che faticano poi ad essere organizzate e messe in pratica.

Ci si prepara per mesi a strutturarsi per essere un genitore “perfetto” ma non si sa poi da dove iniziare.

PER QUESTO MOTIVO MI BATTO SULL’INFORMAZIONE ANTICIPATA DI QUELLE CHE SARANNO LE VOSTRE ESPERIENZE DI GENITORI DA LI A POCHI MESI E SOPRATTUTTO ESSERE UN REFERENTE CHE VI POSSA SOSTENERE NEI VOSTRI MOMENTI DI DIFFICOLTÀ UNA VOLTA TORNATI A CASA CON IL VOSTRO BIMBO.

 

 

 

 

 

 

 

Un buon inizio per quanto detto è senza dubbio la SCELTA DELLA STRUTTURA dove partorire.  Fortunatamente oggi la maggior parte delle nascite avviene in ospedale e questo garantisce a voi mamme e ai vostri bambini cure mediche appropriate e un rischio di mortalità decisamente ridotto.

In Italia abbiamo molti ospedali con un ottimo livello del reparto ostetrico e molti aderiscono al progetto “l’ospedale amico dei bambini” che promuove l’assistenza di mamme e bambini.

Scegliere una struttura dove il personale sia ben disposto a questo rapporto è fondamentale per i genitori e nei primi giorni ancor più per mamma e bambino.

Per garantire l’attaccamento è importantissimo che il bambino possa stare a contatto diretto sulla pelle della mamma, possa sentire la sua voce, le sue carezze, possa attaccarsi al seno.

NELLE PRIME DUE ORE DOPO LA NASCITA, INFATTI, IL BAMBINO SI TROVA IN UNO STATO DI PARTICOLARE ATTENZIONE NEL QUALE NON SOLO CERCA IL SENO MATERNO, MA E’ RICETTIVO AD OGNI STIMOLO SENSORIALE CHE GIUNGE DALLA MAMMA: LE PRIME DUE ORE SONO DESCRITTE COME UN MOMENTO DI SPECIALE SENSIBILITA’ PER LA COSTRUZIONE DI QUESTO LEGAME. (Rif. Bibl. Zerocinque capitolo I conoscere il bambino. UPPA)

Un’altra cosa da prediligere è la possibilità che il bambino passi la maggior parte delle ore durante il periodo del ricovero nella stanza con mamma e papà. Questo viene anche denominato BONGING dal termine inglese bond, che vuol dire appunto “LEGAME.”

E’ certo un impegno grande per una mamma che ha appena partorito, ma anche per un papà che seppur fisicamente non ha potuto far molto è altrettanto stanco e turbato dall’evento, ma è una fase importantissima perché vi consente di mettere in pratica le prime fasi di accudimento che faranno parte poi della vostra routine quotidiana, con il vantaggio però durante il ricovero di poter ricorrere all’aiuto e ai consigli di un personale esperto e preparato, che possa dare valore e fiducia anche ai papà che spesso vengono o si sentono messi da parte in questo ruolo di accudimento.

Creare una collaborazione a tre è fondamentale ognuno di voi ha bisogno estremo dell’altro, quindi dovrete lavorare sin da subito per essere una squadra.

COME INTERAGIRE CON IL BAMBINO?

Già durante la gravidanza il bambino sviluppa abilità di ascolto alla musica, alle voci e ai rumori e quando nasce si impegna immediatamente con vari e piccoli vocalizzi per instaurare una relazione con voi genitori. E qui come voi, tutti i genitori si chiedono: “sono in grado di relazionarmi con lui? Mi capisce?”

La risposta è SI, la natura ci ha dotato di una particolare capacità di comunicare con i bambini, quello che viene simpaticamente chiamato il “mammese”.

I genitori, ma qualunque adulto si relazioni con un bambino piccolo parla un linguaggio spontaneo che ha un ritmo lento, a cantilena, acuto e con una variazione di volume che rende singolare la voce. E poi in relazione al linguaggio c’è l’espressività del viso che si muove con smorfie buffe e simpatiche.

Il bambino piccolo ama molto ascoltare questo linguaggio perché sempre carico di emozioni e tanto che ad una distanza di circa 20 centimetri distingue un volto sarà molto interessato anche alle vostre smorfie.

Anche se viene chiamato “mammese” siete in grado di parlarlo anche voi Papà, quindi coraggio lasciatevi andare, questo tipo di comunicazione costruirà una relazione positiva con il bambino.

Beh, siamo arrivati alla conclusione, spero di avervi fornito indicazioni utili per poter rispondere ad alcune delle vostre domande.

Vi aspetto per la lettura nei prossimi articoli e se avete domande più specifiche che io non ho ancora trattato nel sito vi invito a farmi richieste per poter rispondere in maniera più esaudiente alle vostre necessità.

BUONA AVVENTURA A TUTTE LE MAMME E I PAPA’ IN QUESTO LUNGO PERCORSO DA GENITORI.